Pirc Musar è la prima donna a diventare presidente in Slovenia. Con la sua vittoria, il paese inoltre si allontana da Orbàn.
La Slovenia, con la vittoria dell’avvocata europeista Nataša Pirc Musar, è più lontana da Visegrad e più vicina a Bruxelles. Sarà la prima presidente donna. Una vittoria doppia per il paese balcanico e una buona notizia anche per l’allargamento dell’Ue nei Balcani. L’avvocata, ex giornalista, è una progressista europeista che allontana così la Slovenia dal modello di Orbàn.
Sostiene la libertà di informazione e il diritto alla privacy. Ha anche sostenuto legalmente con il suo studio il partito dei socialdemocratici e Melania Trump, moglie dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Inoltre, è sostenitrice dei matrimoni egualitari. La Slovenia tra l’altro ha da poco equiparato i matrimoni gay a quelli eterosessuali.
Sostenitrice dei diritti umani e diritti civili: un’europeista guida Lubiana
«Solo un idealista potrebbe dire che questo voto non è una battaglia tra i valori liberali e quelli conservatori» aveva detto Pirc Musar in campagna elettorale. La candidata indipendente era arrivata seconda al primo turno vincendo poi il ballottaggio con il conservatore Logar e battendo tutte le forze della sinistra frammentate.
Diritti civili, cambiamento climatico, diritti umani, stato di diritto e indipendenza dei media: questi sono i valori cardini della prima presidente donna in Slovenia. Ma soprattutto, Lubiana ora guarda sempre più alle istituzioni europee. Questo significa anche che Visegrad è sempre più abbattuto. Dopo l’invasione russa in Ucraina, oltre l’Ungheria di Orbàn, tutta l’Europa centrale, la Mitteleuropa ha mostrato il suo appoggio a Kiev allontanandosi sempre più da Mosca.
In questo senso, Musar è una sostenitrice dell’allargamento Ue nei Balcani. Per questo vorrebbe rilanciare il formato Brdo-Brijuni, il summit annuale con i Paesi in lista d’attesa per entrare in Europa.